Si tratta di un edificio settecentesco affiancato da un campanile cuspidato con sagomature nella torre. In seguito al terremoto del 1976 è stato ristrutturato con interventi radicali che ne hanno in parte mutato il precedente aspetto. Tra le opere d'arte più significative presenti nella pieve, sull'altare maggiore (scolpito nel 1749 dal gemonese Sebastiano Pischiutti) troviamo due statue di pregevole fattura, raffiguranti San Giovanni Battista e San Filippo Neri (trasformato in San Martino con l'espediente di mitria e pastorale posticci), firmate dallo scultore veneziano Francesco Bonazza (1729-1770) e comperate a Venezia. Il pulpito settecentesco fu invece indorato nel 1726 da Girolamo Agnese. Oltre alle sculture di Cristo e degli Evangelisti, scolpite con mano sicura e capace, vanno apprezzate le originali decorazioni (a forma di foglie e grappoli d'uva) che hanno quasi la funzione di colonne divisorie fra i vari riquadri. Si noti inoltre la secentesca tela con i Santi Rocco, Leonardo, Gottardo e Sebastiano e, in alto, la "Madonna con Bambino tra nubi"; troviamo inoltre un grazioso quadretto ex voto del 1655 con la Madonna della Cintura e una tela raffigurante il transito di San Giuseppe. Spicca, inoltre, l’organo antico di Angelo Morassi con 27 canne disposte a cuspide con ali convergenti.
Fotografia di Ulderica Da Pozzo