Fondazione Luigi Bon
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Augusto, il violinista d’artiglieria

Cavazzo Carnico - Somplago
Centrale Idroelettrica
02 / 06
Venerdì 2 Giugno 2017 - Ore 20:45

Adriano Giraldi Guerrino Pacifici
Maurizio Zacchigna Augusto Febeo
Roberta Colacino Anime
Maria Grazia Plos il Diario del Monte Festa

Gruppo Strumentale Lumen Harmonicum
Mauro Verona corno
Marco Favento violino
Massimo Favento violoncello
Denis Zupin percussioni

 

Testi e musiche di Massimo Favento

A pochi anni dall’apertura della Mostra Permanente sul vissuto bellico del Monte Festa presso Cavazzo Carnico, Guerrino Pacifici e i suoi collaboratori incontrano Augusto, il violinista d’Artiglieria, testimone ancora mai riaffiorato con i suoi diari sulla Grande Guerra. Veneziano di lingua e di spirito, Augusto Febeo raccolse tra versi e poesia sofisticata il profilo dei suoi commilitoni arroccati nella primavera 1917 lassù, sul Forte del “Monte Festa, quella cosa / che prepara gli aspiranti / vanno indietro vanno avanti / fino a che non vanno fuor… [di testa!]”. Fino a quel momento la funzione nel Forte, struttura di retrovia rispetto al fronte, era stata quella di una base dedita all’addestramento dei reparti di artiglieria, senza prevedere quale ruolo avrebbe poi svolto. Con il disastro di Caporetto quel bastione sarebbe diventato prima linea reale: arginare la marea d’invasione tedesca, proteggendo la ritirata al Piave, il compito più duro da sostenere. Folle quanto eroico sarebbe stato il sacrificio di 200 soldati italiani nel tenere la posizione. In un certo senso folle è anche il quid dei diari raccolti da Febeo. Dalla descrizione in versi traspare l’aspetto ludico quanto assurdo di un gruppo di soldati che sul Monte Festa trovarono temporaneo rifugio dallo stress mortale della prima linea. Immersi nel disagio bellico, si può mettere sullo stesso piano l’amore per gli aspetti tecnici della balistica e quello dell’Arte e del virtuosismo violinistico? La continua presa in giro tra pari-grado può essere un tonico miracoloso? L’esaltazione diaristica della quotidianità bellica può diventare mito? Tracce di follia trapelano nella narrazione dei fatti in sé, ma anche nella loro gestione successiva, alla luce di una Caporetto sempre più incombente…

Centrale Idroelettrica

Il nome di Cavazzo Carnico deriva probabilmente dall’antica vedetta romana Castrum Cabatinum. Con le frazioni Mena, Somplago e Cesclans, oltre ad offrire il più grande lago di origine glaciale del Friuli Venezia Giulia, offre un territorio ricco di sentieri naturalistici, è ideale per la pesca, il canottaggio e la vela, la corsa in montagna e lunghe passeggiate.

 

Fotografia di Ulderica Da Pozzo

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